La discesa libera
Una breve storia della discesa libera
A questo proposito è interessante notare che la parola slalom (dal norvegese, sla = piegato; lặm= traccia dello sci) è uno dei pochi termini di origine norvegese impostosi a livello internazionale e con esso ancora oggi in Norvegia si indicano genericamente tutte le discipline alpine.
La potenzialità sportive dello sci alpino furono riconosciute soprattutto durante la Grande Guerra del 1915-18. Fondo e salto comparvero di fatto nei primi Giochi Olimpici Invernali del 1924 a Chamonix. Le prove alpine (slalom e discesa libera) furono accolte tra le discipline olimpiche per la prima volta a Garmisch Partenkirchen nel 1936 sotto forma di combinata. I primi Campionati Mondiali (Settimana FIS) si celebrarono a Mürren nel 1931. La prima competizione alpina di importanza internazionale fu tuttavia il "Kandaharrennen" sull'Arlberg del 1929, introdotto dall'inglese Sir Arnold Lunn. Si trattava di una discesa "libera" nel vero senso della parola e di una doppia "corsa a zig-zag tra pali".
Famosa nelle Dolomiti era la "direttissima della Marmolada": 1100 metri di dislivello di tracciato libero, ovvero senza porte. L'ultima edizione completamente libera si corse nel 1948 e fu vinta da Egon Schöpf con 10 minuti di "caduta libera". Anche in Val Gardena si organizzavano gare (discese con partenza in linea sulla Danterceppies) fin dall'inizio del 1900.
Ma è soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale che la valle si organizza: nel 1948 con i Campionati Italiani Assoluti, che vedono alla partenza Zeno Colò, Hermann Nogler, Celina Seghi e molti altri campioni e poi negli anni 50 con la Coppa dei tre Comuni Ladini (combinata di discesa e slalom) che si disputa sulla pista 3 del Ciampinoi. Nel 1959 questa gara entra nel calendario della FIS come gara FIS B. Nel 1960 la Val Gardena si aggiudica la FIS A: discesa libera sulla 3 del Ciampinoi e slalom sul Ronc ad Ortisei, l'ultima delle quali (nel 1966 nasce la Coppa del Mondo ideata da Serge Lang) si celebra cinque anni dopo: una gara importantissima perché per la prima volta viene trasmessa dall'Italia una gara di sci in diretta eurovisione.
La Saslong viene inaugurata nel 1969 con la prima gara di Coppa del Mondo gardenese e diventa subito teatro di una polemica, che in realtà non la riguarda direttamente, ma che piuttosto la vede strumento per una discussione sul futuro stesso della regina delle discipline: Karl Schranz non partecipa alla gara, sostenendo che la pista sia troppo facile. Fino ad allora infatti la discesa libera era una gara estremamente rischiosa. Venivano messe meno porte possibili, l'atleta doveva letteralmente buttarsi in pista e vinceva grazie al suo azzardo ed alla capacità di trovare la linea più breve, più rapida. Il disegno della Saslong, invece, nacque da una nuova esigenza: la FIS non voleva più discese-brivido, piste in cui l'atleta deve volare tra gobbe e cunette, addentrarsi tra rocce troppo vicine, tuffarsi su muri incredibili (e di tutto questo Karl Schranz era sicuramente l'eroe incontrastato). La FIS voleva piste più sicure, in cui contava soprattutto la tecnica, non più il rischio estremo ed è in quest'ottica che la pista ai piedi del Sassolungo fu progettata per poter essere battuta interamente con mezzi meccanici.
È chiaro che dal 1970 ad oggi (dal 1972 la Coppa del Mondo FIS diventa un appuntamento tradizionale in Val Gardena) sono state effettuate parecchie modifiche: oggi la pista "gira" di più, poiché all'alta tecnologia dei materiali, è stato necessario contrastare una pista meno diretta. Basti pensare che su un dislivello invariato (839 m) ed uno sviluppo identico (3.446 m) nel 1970 il tracciato contava 26 porte con un tempo di gara di 2:24.57, mentre nel 2001 le porte sono state 35 ed il miglior tempo 2:01.24.