Nella conferenza stampa del dopo-gara i tre campioni finiti sul podio (Walchhofer, Miller e Osborne-Paradis) hanno sottolineato come la Saslong si sia rivelata ancora una volta particolarmente selettiva. Tutti concordi nel definire il Ciaslat il passaggio chiave.
“Ho lasciato andare gli sci e l’unica recriminazione è legata al fatto di non aver affrontato al meglio il Ciaslat. Mi sentivo bene fin dalle prime ore del mattino e mi ha aiutato sapere che tutte le attenzioni erano rivolte al mio compagno di squadra Guay”, questo è stato il primo commento alla gara del canadese Manuel Osborne-Paradis, che ha aggiunto: “Siamo una squadra giovane e motivata, in cui ognuno può dire la sua. Ci siamo preparati bene in Norvegia con Svindal e ci rendiamo conto, gara per gara, del nostro potenziale”. Soddisfatto anche il fuoriclasse americano Bode Miller, che ogni anno in Gardena conferma di essere un campione con la C maiuscola. “Ho preso i rischi che dovevo, ben sapendo che per finire tra i primi sulla Saslong bisogna necessariamente essere aggressivi e scorrevoli. Walchhofer? Sa far scivolare gli sci come pochi altri e sapevo bene che per cercare di batterlo avrei dovuto fare la differenza nei passaggi più tecnici. Nella seconda parte del Ciaslat, forse, potevo fare meglio”. Il più felice era, ovviamente, l’austriaco Michael Walchhofer: “Ho fatto una gara pressoché perfetta e sono orgoglioso della mia performance. La libera è la disciplina regina del Circo Bianco e aver vinto oggi è motivo di prestigio per tutta l’Austria. La nostra nazionale guarda comunque al futuro. Chi sarà il mio successore? Difficile da dire, ma Klaus Kroell ha sicuramente le qualità necessarie per sfondare”.